Quando un appartamento diventa “casa”
2 Febbraio 2017Sposi Expò a Cammarata (AG)
6 Febbraio 2017Ad Agrigento poteva mancare un matrimonio con un rito della Grecia antica? Anche se sembrerebbe scontato, visto che parliamo della Città dei templi, in realtà i primi a pensarci sono stati Laura Matrona e Marco Melfa, due giovani agrigentini che con la Valle dei templi hanno un legame speciale, perchè qui “tutto è nato”.
E’ qui infatti, racconta la sposina, che la coppia ha fatto la prima passeggiata ed ha dato inizio alla storia d’amore. Motivo per cui hanno scelto la Kolymbethra per far da cornice a un rito simbolico ma tanto suggestivo e romantico, reso ancora più magico dalla luce speciale: quella del 21 giugno, solstizio d’estate.
La celebrazione, come anticipato, ha mutuato dal rito dell’antica Grecia lo scambio delle promesse, scritte personalmente dagli sposi, e qualche altro “passaggio” che sanciva l’unione dei due innamorati (riprodurlo per intero sarebbe improponibile visto che il matrimonio consisteva in una cerimonia in tre parti, della durata di tre giorni). “Alla fine di ogni promessa i testimoni versavano, da una brocca, acqua dalle nostre mani, a simboleggiare la vita e la rigenerazione, la rinascita in qualcosa di nuovo, l’inizio del nuovo cammino assieme – ha spiegato Laura -.
Inoltre, entrambi abbiamo indossato delle coroncine di fiori intrecciati dai quali pendeva un nastro. Alla fine del rito questi sono stati intrecciati assieme da un altro testimone, a significare il dare vita a una nuova famiglia”. E ispirati al mondo greco erano anche gli inviti e le bomboniere: i primi, dipinti a mano su carta di cotone da Sonia Muro Castillo, e le seconde delle calamite con riproduzioni di monete, teste di dei, templi, capitelli… Il rito ha avuto inizio con l’introduzione di un amico della coppia, Marco Cavallaro, che ha offerto ai presenti una disquisizione sulle due facce dell’amore, grazie a un “confronto” tra Agape ed Eros, l’amore disinteressato e la passione, l’amore fisico e quello spirituale. Mentre a “celebrare” il rito civile è stato Manuel Nocera. Tutto si è svolto di fronte al tempio di Castore e Polluce, all’ombra dell’ulivo secolare che lo fronteggia: anche qui con un forte richiamo simbolico alla forza, alla durata nel tempo. Una nota di merito va a chi ha Rossella Pisano, la creatrice dell’acconciatura che, come dalla stessa raccontato, ha pienamente compreso e realizzato il desiderio della sposa, come dalla stessa testimoniato.
Gli sposi, grazie anche alla disponibilità e ad una bella idea del direttore della Kolymbethra, Giuseppe Lo Pilato, hanno fatto dono di un’escursione all’interno del giardino agli invitati, che così hanno impiegato in maniera carina il tempo prima di proseguire con il banchetto nuziale, godendosi anche un magico tramonto che di certo, assieme agli altri momenti della giornata, sarà stato immortalato con maestria da Giuseppe Musumeci.